martedì 8 febbraio 2011

Metti una sera a teatro - Dona Flor e i suoi due mariti


Perché a noi non ci bastano due mariti. No, a noi ce ne occorrono due...

Compagnia Mario Chiocchio
Con Caterina Murino, Paolo Calabresi, Max Malatesta
Drammaturgia a regia Emanuela Giordano. Impianto scenico Andrea N. Cecchini. Iinstallazioni visive Claudio Garofalo. Coreografie G.D. Puerta. Luci Michelangelo Vitullo.



Si tratta di uno dei miei romanzi preferiti di sempre e per sempre. Io ho letteralmente a d o r a t o Dona Flor, l'ho letto tutto d'un fiato e poi riletto appena finito e riletto nuovamente qualche anno dopo.
E' un romanzo - a ragione – notissimo e anche di più, amatissimo e anche di più, celebratissimo e anche di più.

Non sono davvero in grado di raccontare altrimenti Flor. Quel che posso fare è solo provare a trasmettere il mio affetto ed il mio entusiasmo per un libro così sanguigno da non poter lasciare indifferenti.

Più in generale, ho letto Jorge Amado in altre occasioni, e l'ho sempre apprezzato. Mai però come con Flor, in cui magistralmente è stato capace di raccontare tutto un universo di umane passioni, senza mai eccedere in dettagli.
Sinceramente, Amado e Flor, insieme, sono sconvolgenti.

Detto questo. Presa dal mio incondizionato amore per entrambi non mi sono lasciata scappare la possibilità di godermi la trasposizione teatrale.

Ma non mi sono lasciata fregare eh. Sono partita con la consapevolezza di non poter amare quasi nient'altro in modo tanto struggente.
Dunque, ho considerato questa bella serata a teatro come una sorta di “ripasso” di questi miei personali amori, ed in effetti non sono restata delusa.
A queste condizioni, ne è valsa la pena e ci tornerei ancora volentieri.

Come dicevo, la serata è stata davvero piacevole. Il testo è stato ben strutturato e diviso in due atti di un'oretta ciascuno.

Non sono mancati i riferimenti essenziali, come i riguardi del farmacista all'indipendenza economica della Flor, la sua bellezza rotonda, il paio di kiletti messi dopo Valdomiro ed altre cose del genere.
Bene, ho gradito tantissimo.

Ovviamente non sono stata sommersa dall'atmosfera Bahiana del romanzo, ma ne ero consapevole e dunque non ne sono restata amareggiata.


Impressioni e cose del genere...

Mi ha lasciata un-po'-così il fatto che Flor sia risultata un po' troppo “mariagoretti”, soprattutto nel primo atto. Cosa che non è assolutissimamente. Flor è pudica, per bene, ma visceralmente carnale. E' questa una bellissima caratteristica, e perderla secondo me è stato un po' un peccato.

Stesso discorso per il nostro dotatissimo farmacista ;D
Mica vero che sia così rompiOO. E' pignolo sì, ma non scassaP. (Vabbe', dai, un po' sì, ma non così tanto eheheh ^_^ )

Dona Rozilda, anche lei, qui sì avrei voluto qualcosa di più scassaP ^_^, diciamo di un po' più di quel che ho visto e che invece è mancato. Vabbe', pazienza, poco male, il concetto c'era, è andata bene anche così.

Ad ogni modo, un bel testo, visionario, che non ha tradito il suo padre spirituale e che ha, almeno in parte, mantenuto le promesse.


Qualche appunto

Mi aspettavo molto di più da Caterina Murino, non dico che non mi sia piaciuta, ma per un personaggione come Flor avrei desiderato qualcuna di più scafata. Lo trovata un po' “in prestito”, ecco.
Valdomiro e il nostro farmacista, gradevoli, niente da dire, anche per loro, divertente l'insieme, ma a tratti un po' “ingessati”.

S t r e p i t o s e le tre vicine, le pettegole del quartiere, una rooooooba da restarci incantati. Spumeggianti.
Devo dire la verità, hanno fatto gran parte del lavoro e loro tre da sole hanno aggiunto qualcosa di sostanziale alle atmosfere Bahiane altrimenti un po' sbiadite. Bellissime e bravissime, chapeau.

I grandi assenti

Il primo, e c'è da dirlo?!
Valdomiro. Che è ri-comparso solamente nel secondo atto.
Ma anche no, ekkekkavolo. Inaccettabile!

Secondo. Tutta la faccenda degli Orixà e compagnia bella. Perché senza aver letto il romanzo non si capisce, son sicura. Un gran peccato, perché è un passaggio importante in tutta la faccenda.


Comunque, torno a ripetere, una bella e piacevole serata.

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